top of page
Le motivazioni, la spinta
 

Quando vuoi fare una passeggiata lungo il naviglio Martesana, che da Milano porta sull'Adda, ti accorgi che è un parco inevitabilmente  ad una dimensione: o vai a destra o a sinistra.

Come tutte le cose lunghe e strette, solo l'inizio e la fine sono lontani, tutto il resto è vicino. Camminando o correndo ti accorgi di quanto le attività umane siano a contatto con la natura selvatica del parco. Germani, aironi, gallinelle d'acqua, anfibi e infine  alberi di vario genere piantati dall'uomo con strani criteri, vivono a stretto contatto con  insediamenti umani.

Case, ville, laboratori artigiani, piccole fabbriche, si affacciano sul naviglio e ti fanno pensare a quanto sia  fragile quell'ecosistema. Un giorno puoi anche trovare il naviglio in secca, perché hanno chiuso le paratoie e chissà dove sono finiti tutti gli animali, ti chiedi. Ma ti dicono che quello è un canale artificiale, serve all'uomo per irrigare i campi, la natura è solo abusiva.

Sempre camminando in su o in giù, pensi di essere un cittadino rispettoso dell'ambiente, non lasci in giro spazzatura, cerchi di risparmiare acqua e "luce" e ti indigni quando vedi che altri non lo fanno. Sacchetti della spazzatura gettati nei fossi, "tanto l'acqua li porta via", materassi abbandonati sui marciapiedi, "tanto qualcuno li porterà via", escrementi di cane dove corrono i bambini, "povere bestie, devono pur farla da qualche parte", per non parlare dei disastri che leggiamo ogni tanto sui giornali.

Allora certe volte mi chiedo se un cittadino, che già si comporta con coscienza, non possa fare qualcosa di più. Cosa però? Ribellarsi, sorvegliare e reagire! "Ma ci sono già le leggi, i regolamenti, l'ARPA, i NAS ecc.".  Pensate che bastino? Io no!  

In Lombardia ci sono più di 300 impianti industriali a rischio di incidente ambientale grave. Ogni giorno potrebbe succedere qualcosa o per incuria o per dolo. Le autorità intervengono con ritardo, la magistratura è lenta, le responsabilità non sono mai certe.

Il Lambro, ad esempio, è un vero fiume. Al contrario dei navigli, attorno ad esso sorgono fabbriche farmaceutiche, depositi di carburante e altri impianti pericolosi per l’ambiente.

Nel 2010 tonnellate di petrolio sono state versate nel Lambro da una ditta di carburanti.  Il disastro è iniziato di notte (quale momento migliore!), “ma ci sono volute ore per scoprire la sorgente dell’onda nera” come riportano i giornali. Nessun allarme è stato lanciato prima. Le autorità preposte ai controlli, infatti, fanno analisi a campione ogni tanto, che non servono a lanciare allarmi tempestivi. Occorrerebbero invece strumenti posti lungo i fiumi che svolgano un monitoraggio continuo. Inoltre se gli scarichi fossero meno evidenti di quello del 2010? Se ogni tanto qualcuno versasse prodotti chimici nel tombino che porta agli scarichi fognari? Chi se ne accorgerebbe? Come potremmo risalire al colpevole?

 

Da tutte queste considerazioni è venuta fuori l’idea di CO-Scienza Ambientale. Mi sono immaginato una rete di strumenti, costruiti da cittadini volontari e posti in vari punti critici dei corsi d’acqua o di laghi. Gli strumenti analizzano l’acqua e trasmettono i dati per esempio  via GSM su un server accessibile a tutti. Quando uno strumento riscontra un’anomalia in qualche parametro, lancia subito un allarme che può essere ricevuto da chiunque lo voglia. Se l’allarme provenisse da uno strumento posto all’uscita di una condotta collegata alla rete fognaria di un sito industriale preciso, sarebbe facile risalire alla sorgente dell’inquinamento.

 

Allora perché non studiare la possibilità di costruire strumenti a basso costo e facilmente gestibili da comuni cittadini? I Makers hanno competenze di elettronica e fabbricazione digitale. I FabLab sono luoghi dove sono disponibili macchine per costruire, non solo, ci si incontra, si condividono idee e soluzioni. Su internet si trovano migliaia di pagine che parlano di sensori e di come farli funzionare. La cooperazione e la cultura scientifica possono far molto oggi se usate verso un obiettivo comune.

 

Allora incominciamo?

 

In questa tabella ho raccolto le prime idee su come potrebbero essere misurati vari parametri che servono ad individuare anomalie ambientali nell’aria e nell’acqua.

 

bottom of page